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Crime Related-Amnesia: Oblio o Simulazione?

Crime Related-Amnesia: Oblio o Simulazione?

“La memoria è il diario che ciascuno di noi porta con sè” (O. Wilde).

 

Quando si parla di memoria nei processi penali o nei crimini violenti, si fa riferimento maggiormente alla psicologia della testimonianza e di come il ricordo del testimone o della vittima possa essere modulato dall’eccessivo livello di arousal dello stimolo emotigeno. Nonostante ciò non è infrequente che l’imputato dichiari una perdita di memoria per il reato commesso, in quanto ciò può indicare che questi abbia compiuto l’atto in assenza di uno stato di coscienza e di volontà, prefigurandosi, dunque la possibilità che venga emesso un giudizio di non imputabilità. L’insieme delle varie tipologie che possono portare a un oblio o una vera e propria amnesia in caso di crimini, soprattutto violenti, viene raggruppato nella cosiddetta “Crime Related Amnesia”.

 

Cause organiche di amnesia

Una prima tipologia di amnesia connessa alla memoria dell’offender è caratterizzata da cause organiche: questa tipologia di deficit mnesico può essere il prodotto di diverse cause, sia di ordine neurologico sia psicopatologico, e non è infrequente, in determinati casi, rincontrarne la simultaneità. Le cause di amnesia organica possono essere molteplici ma quelle più analizzate e discusse riguardano la presenza di un abuso di alcool e sostanze stupefacenti, il cui culmine sfocia nel cosiddetto “blackout alcolico”; e i disturbi del sonno o parasonnie capaci di sfociare in veri drammi (fenomeni cosiddetti Sleep Related Violence). Grazie alle recenti tecniche è stato possibile la diagnosi di parasonnie, che in alcuni casi hanno sentenziato l’assoluzione dell’imputato. Purtroppo però queste tecniche risultano utilizzate quasi esclusivamente in contesti internazionali, infatti ad oggi, l’ordinamento giuridico italiano, rispetto a quello anglosassone, manca di una letteratura giurisprudenziale significativa in materia di crimini perpetrati durante il sonno. Tuttavia si ritiene che, qualora venisse costatato che il crimine sia stato commesso durante un episodio di Sleep Related Violence, l’imputato dovrebbe essere ritenuto non colpevole del reato ai sensi dell’art 42 del Codice Penale Comma I, in quanto commesso in una condizione di automatismo che esclude lo stato di coscienza e la capacità volitiva del soggetto.

 

Cause dissociative associate alla mente criminale

Una seconda tipologia, che rappresenta quella più discussa e che suscita maggior interesse in letteratura, è rappresentata da un’amnesia derivante da processi dissociativi che scatena il cosiddetto fenomeno del “Red-out”, termine utilizzato per descrivere una condizione che causa un’amnesia derivante da una condizione di rabbia particolarmente estrema, quasi sempre riscontrabile in contesti di crimini passionali. Dunque Attraverso l’intreccio fra emozioni e memoria, un trauma psicologico può influire sulle capacità di rievocare un evento e con esso i dettagli, bensì possono esservi una serie di diversi pattern, per cui i ricordi di un evento possono variare sia per quantità sia per qualità. L’amnesia dissociativa ha comunemente un esordio improvviso, ed è caratterizzata da un ricordo piuttosto vago e sfocato degli eventi direttamente connessi al reato, e con una lacuna mnesica che può colpire l’intero lasso temporale dell’aggressione.

 

Quando viene messa in scena una simulazione.

L’ultima tipologia altrettanto discussa è l’amnesia simulata dovuta a sindromi messe in scena volutamente dal soggetto al fine di trarne vantaggio nel processo penale. A tal proposito è importante il ruolo del clinico nella valutazione della simulazione attraverso i vari strumenti lie detection e memory detection, test neuropsicologici e psicodiagnostici: i quali vanno ai principali test per la valutazione del Malingering e propri della simulazione mnestica (TOMM, SIMS, SVT, ecc.); ai principali test di personalità di cui il più utilizzato è MMPI-2, che fornisce al clinico una valutazione dell’atteggiamento simulatorio o dissimulatorio del soggetto sulla base di scale ed indici di validità. 

C’è da dire che risulta abbastanza difficile dimostrare una veridicità di un’amnesia dissociativa dichiarata dall’offender e ogni tipologia di amnesia, come constatato da vari studi, è caratterizzata da pareri contrastanti tra gli studiosi. 

in uno studio di Christianson tra gli 83 soggetti condannati per omicidio o abuso sessuale il 98% ritenne che gli autori di questi crimini simulino in una certa misura la propria amnesia per trarne vantaggio.

Conclusioni

In conclusione si può dedurre che non vi è una certezza assoluta della veridicità dell’amnesia dichiarata dell’imputato; ma le varie evidenze scientifiche pervenute dagli studi recenti hanno constatato l’esistenza delle varie tipologie di amnesie negli offender.

Nonostante questo però, non si può ancora dare una parere del tutto affermativo sulla possibilità assoluta di riuscire a riconoscere una simulazione da un vero e proprio oblio, poiché le evidenze attuali risultano ancora insufficienti per garantire un giudizio oggettivo e deciso in un processo penale e dunque, risulta ancora oggi a discrezione dell’incaricato peritale e di conseguenza dal giudice.

 

dott.ssa Margherita De Cristofaro

 

BIBLIOGRAFIA

Berkowitz L. (1983). Aversively stimulated aggression. Some parallels and differences in research with animals and humans. Am Psychol.

Christianson, S. Å., Freij, I., & Vogelsang, E. v. (2007). Searching for offenders’ memories of violent crimes. In S. Å. Christianson (Ed.), Offenders’ memories of violent crimes (pp. 3–35). John Wiley & Sons Ltd.

Innocenti, I. (2016). Neuroscienze forensi della memoria. Crime-related amnesia. Aracne.

Radulovic J, Lee R, Ortony A. (2018). State-Dependent Memory: Neurobiological Advances and Prospects for Translation to Dissociative Amnesia. Front Behav Neurosci.

Sartori, G., Bianchi, A., & Gulotta, G. (Eds.). (2009). Manuale di neuroscienze forensi. Giuffrè.

Vigna P L, Alfonso R. (2013). I codici per l’attività di polizia.

Dott.ssa Margherita De Cristofaro

Margherita De Cristofaro, psicologa e criminologa iscritta all'Albo degli Psicologi del Lazio n. 28863. Esperta in Criminologia Clinica, Psicologia Giuridica, Psicodiagnostica e Psicologia Militare. La sua dedizione si estende a un ampio ventaglio di servizi, tra cui consulenza e sostegno psicologico, orientamento scolastico, psicodiagnosi, supporto alla genitorialità e Consulenze Tecniche di Parte (CTP). Con particolare attenzione al contesto delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate, la dott.ssa De Cristofaro offre un supporto psicologico mirato a favorire il benessere emotivo. Inoltre, fornisce servizi specifici di preparazione psicoattitudinale e colloqui mirati per i concorsi in ambito militare e di polizia, con l'obiettivo di massimizzare il successo e la performance dei candidati.

1 Comment

  • Anima e Psicologia
    Ottobre 20, 2024

    Salve. Ho trovato questo articolo davvero molto approfondito e interessante. Ho trovato delle informazioni di cui non ero a conoscenza e ringrazio di cuore per averle condivise. Andrò sicuramente a leggere altri articoli! https://ricercaspirituale.online/

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