Le distorsioni cognitive rappresentano pensieri abbastanza comuni, del tutto normale e indipendenti dalla volontà del soggetto. Nonostante ciò, quando questi stili di pensiero si presentano in misura eccessiva nel corso della vita, vengono associati ad un rischio sulla salute mentale. Tant’è vero che questi pensieri sono caratteristici, come aveva individuato già Beck negli anni ‘60, di stati depressivi e d’ansia. Le distorsioni cognitive sono esempi specifici della classe più generale degli atteggiamenti disfunzionali e delle credenze irrazionali e rappresentano degli stili di pensiero caratterizzati errori sistematici nel ragionamento che distorcono la realtà e il suo significato rendendolo aderente alle credenze e agli schemi del paziente. Le distorsioni cognitive di Beck possono essere concettualizzate in termini letterari e la maggior parte di queste distorsioni corrispondono a figure retoriche.
Le distorsioni cognitive furono descritte per la prima volta da Aaron Beck nel suo articolo del 1963 “Thinking and depression: I. Idiosyncratic content and cognitive distortions.”. Negli anni ’60 Beck conduceva ricerche sul trattamento della depressione. Parte della ricerca veniva svolta in una clinica psichiatrica e prevedeva la conduzione di interviste con pazienti con depressione moderata o grave, durante sessioni di psicoterapia. Attraverso le sedute con questa tipologia di pazienti, Beck scoprì l’esistenza di pensieri negativi che sembravano emergere in maniera spontanea. Egli ha definito queste inferenze “pensieri automatici” e il loro contenuto è suddivisibile in tre categorie: idee negative su se stessi, sul mondo e sul futuro tipiche della depressione.
Un’altro studioso a concentrare una forte attenzione sulle distorsioni cognitive è stato Burns. David Burns è stato uno dei primi studenti di Aaron Beck. Nel suo libro di auto-aiuto Feeling Good paragona gli stili di pensiero inutili ai tipi di illusioni eseguite dai maghi “Quando sei depresso, possiedi la straordinaria capacità di credere, e di far credere alle persone intorno a te, cose che non hanno alcun fondamento nella realtà” (Burns, 1980).
Beck nel suo lavoro incluse cinque distorsioni cognitive nella sua lista originale pubblicata nel 1963, e ne aggiunse altre due in Cognitive Therapy of Depression , pubblicata nel 1979. Di seguito si analizzano le varie distorsioni cognitive individuate e studiate da Beck e successivamente da Burns.
Interpretazione arbitraria / inferenza arbitraria
L’inferenza arbitraria è “il processo di formazione di un’interpretazione di una situazione, evento o esperienza quando non ci sono prove fattuali a sostegno della conclusione o quando la conclusione è contraria alle prove” (Beck, 1963).
l’inferenza arbitraria è un salto alle conclusione ovvero quando si traggono le stesse conclusioni arbitrarie in mancanza di evidenze certe e sufficienti. il soggetto elabora, senza impegnarsi ad analizzare il problema nelle sue varie sfaccettature e nel suo insieme, delle conclusioni infondate spesso negative.
Esempio. mentre camminava per strada Valerio pensò tra sé e sé : “Tutti possono dire che sono un fallito! .
Questo pensiero è distorto per una serie di ragioni: Valerio non ha modo di sapere cosa pensano “tutti” ed è estremamente improbabile che qualcuno stia pensando a lui poiché è probabile che la maggior parte delle persone sia presa dalle proprie preoccupazioni proprio come lui è.
Astrazione selettiva
L’astrazione selettiva rappresenta “il processo di focalizzazione su un dettaglio preso fuori contesto, ignorando altre caratteristiche più salienti della situazione, e concettualizzare l’intera esperienza sulla base di questo elemento” (Beck, 1979).
L’astrazione selettiva viene anche detta “filtro mentale” e descrive dunque la nostra tendenza a concentrarci su un dettaglio, spesso preso fuori contesto, e ignorare altre parti più importanti di un’esperienza. Il filtro mentale è descritto da Burns come il processo di individuare un dettaglio negativo in ogni situazione e di soffermarci esclusivamente su di esso, percependo così l’intera situazione come negativa. Burns introduce la metafora di un paio di occhiali con lenti speciali che filtrano tutto ciò che è positivo: nessuna informazione positiva è consentita attraverso il filtro e quindi si trae naturalmente la conclusione che tutto è negativo.
Esempio. Può rappresentare un esempio di astrazione selettiva l’impressione di uno dei due partner, che il rapporto di coppia stia andando a rotoli, sulla base di un solo litigio su un problema futile. Infatti ad esempio dopo un periodo in assenza di litigi una coppia litiga sul dove collocare la tv nuova; uno dei due afferma: “Ecco, lo sapevo! Non andiamo mai d’accordo!”.
ovviamente sulla base di un solo litigio, soprattutto in presenza di una motivazione futile, come la collocazione di un tv appena acquistata, non si può affermare che la coppia sia in crisi ma come visto, pensieri di questo tipo filtrano la realtà sulla base di un episodio negativo.
Ipergeneralizzazione
l’ipergeneralizzazione è il processo che consiste nell’estendere l’esperienza vissuta in una specifica situazione, a tutte le situazioni che presentano dei tratti simili; tutto ciò in assenza di prove ed in modo arbitrario. Questa tipologia di distorsione cognitiva viene applicata spesso a delle situazioni ma può essere estesa anche a se stessi o a persone. Rappresenta la tendenza a “fare tutta l’erba un fascio”.
Burns descrive la sovrageneralizzazione come il processo per concludere arbitrariamente che “una cosa che ti è successa una volta accadrà più e più volte” (Burns. 1980). Inoltre, sostiene che l’eccessiva generalizzazione è quasi interamente responsabile del dolore del rifiuto e fornisce l’esempio del rifiuto di un appuntamento che si trasforma nella conclusione “Sarò solo e infelice per tutta la vita” . I pensieri iper generalizzati vengono riconosciuti in pazienti per l’uso eccessivo di espressioni come “mai”, “tutti”, “nessuno”, “niente”, ecc.
Esempio. Uno studente universitario viene bocciato ad un esame e pensa: “Sono un ignorante e non riuscirò mai a laurearmi!”.
In questo caso la distorsione non fa altro che portare il pensiero del ragazzo ad estendere un piccolo fallimento all’intera carriera universitaria. Ovviamente tutto ciò risulta essere infondato dato che non tutti gli esami avranno la stessa difficoltà e andranno allo stesso modo dell’ultimo sostenuto.
Esempio. In una relazione di coppia uno dei due partner pensa: “se il mio compagno ha dimenticato di comprare una cosa che ho richiesto, la prossima volta che avrò bisogno di un favore, non glielo chiederò perché si dimentica sempre di tutto quello che gli chiedo”.
Pensiero catastrofico (ingigantimento e minimizzazione).
Ingigandimento e minimizzazione sono “errori di valutazione così grossolani da costituire distorsioni”.
In queste due tipologie di distorsioni cognitive il soggetto sopravvaluta o sottovaluta la probabilità di un evento spiacevole credendo che un evento specifico avrà conseguenze più gravi di quelle realisticamente probabili. Ingrandimento e minimizzazione sono descritti da Burns come il “trucco binoculare” a causa del modo in cui errori, paure o imperfezioni vengono esagerati mentre i punti di forza e le conquiste vengono fatti sembrare piccoli e non importanti.
Esempio. Una persona sta incontrando un appuntamento per pranzo. Tuttavia, il loro appuntamento è in ritardo e la persona inizia a pensare al peggio.
Mentre, la minimizzazione, contrariamente all’ingrandimento, consiste nel ridurre al minimo le esperienze positive.
Esempio. l’amica di Emma è stata la terza persona a cercare di dirle che pensava che Emma stesse bevendo troppo e si stesse mettendo in pericolo. Emma respinse le sue preoccupazioni dicendo “Sei come tutti gli altri, ti preoccupi troppo” e pensò “Non so di cosa siano tutti così preoccupati” .
Etichettatura.
Secondo Beck si ha un’etichettatura inesatta quando “la reazione affettiva è proporzionale all’etichettatura descrittiva dell’evento piuttosto che all’effettiva intensità di una situazione traumatica” (Beck, 1963). Quando si applicano etichette agli altri ci si può sentire frustrati, quando si applicano a se stessi ci si può sentire depressi.
Burns sostiene che l’etichettatura è una forma estrema di ipergeneralizzazione e sostiene che le etichette sono distorte perché gli esseri umani sono fondamentalmente troppo complessi per essere riassunti utilizzando un descrittore così semplice. Quando si verifica questo tipo di pensiero, si assegna il giudizio a se stessi o agli altri sulla base di un evento o incidente negativo. Per il soggetto può rappresentare un modo che consente di semplificare la realtà e dare l’impressione di poter comprendere meglio, e quindi prevedere, il comportamento altrui ma in realtà impedisce all’individuo di conoscere e valutare altri aspetti.
esempio. Marco non riesce a risolvere un compito semplice e afferma: “Sono stupido!”.
è una distorsione perché è un’interpretazione così estrema di ciò che è successo. Un’interpretazione più realistica potrebbe essere data dalla stanchezza.
esempio. In una relazione di coppia, vi possono essere pensieri come: “è davvero un egoista, continua a guardare la partita mentre gli parlo”; oppure “è una sconsiderata, parla sempre e solo di se stessa” oppure “sembra uno stupido, fa fatica a capire quello che gli sto spiegando, non è intelligente”.
Personalizzazione
La personalizzazione descrive “la propensione del paziente a riferire a se stesso eventi esterni quando non vi è alcuna base per stabilire tale connessione” (Beck, 1979).
La personalizzazione è lo stile di pensiero distorto per cui ci si assume la responsabilità di un aspetto negativo anche quando non vi sono basi per farlo. Si conclude arbitrariamente che quello che è successo è stata una colpa personale o riflette l’inadeguatezza del soggetto, anche quando non ne è stato responsabile. Burns sostiene che la personalizzazione porta a un senso di colpa inappropriato, ma i suoi esempi sono ugualmente coerenti con forti esperienze di vergogna.
Esempio. Durante il viaggio di lavoro, Sam si rende conto di aver dimenticato l’orologio e deve correre dopo che il suo treno è in ritardo. Pensa “il mondo ce l’ha con me” e si sente sgonfiato.
Naturalmente Sam si è messo al centro della storia (tutti tendiamo ad essere un po’ egocentrici), ma il suo pensiero è parziale perché ha assegnato il libero arbitrio al mondo che lo circonda e sta implicitamente facendo la predizione che il mondo continuerà a ‘ farlo per lui’.
esempio. In una relazione di coppia, sono comuni pensieri del tipo: “di sicuro è tornato a casa dal lavoro di malumore perché non gli ho mandato un messaggio a mezzogiorno oppure visto che sono stata tutto il giorno con le mie amiche, di rientro a casa non mi parlerà”.
Pensiero assolutistico e dicotomico
Beck descrive il pensiero assolutistico come “la tendenza a collocare tutte le esperienze in una di due categorie opposte; per esempio, impeccabile o difettoso, immacolato o sudicio, santo o peccatore” (Beck, 1979).
Burns descrive il pensiero tutto o niente come la “tendenza a valutare le tue qualità personali in categorie estreme, nere o bianche” (Burns, 1980). Sostiene che gli assoluti esistono raramente nel nostro universo e che valutare noi stessi in base a categorie o criteri assoluti non è realistico perché la vita semplicemente non funziona in questo modo. Una persona con il pensiero polarizzato crede di dover essere perfetta o di essere un completo fallimento perché vede le cose in termini di categorie “o/o”.
Non esiste una via di mezzo che tenga conto della complessità dei pensieri realistici. Una persona con il pensiero in bianco e nero pensa solo agli estremi.
Esempio. Maria o ha fatto le cose perfettamente o per niente. Se vede il minimo granello di polvere in casa, considera la casa come “sporca”.
Salto alle conclusioni.
In Feeling Good Burns descrive il saltare alle conclusioni come il processo di “saltare arbitrariamente a una conclusione negativa che non è giustificata dai fatti” (Burns,1980).
in una certa misura questi possono essere considerati come processi naturali: chiunque nel corso della vita, almeno una volta ha avuto l’esperienza di pensare che un ritardo, ad esempio, poteva rappresentare un disastro. Questi processi però, portati agli estremi, come spesso accade nella depressione e nell’ansia, possono essere pregiudizi estremamente distruttivi.
Esistono due tipi di questa distorsione, entrambi consistono nel saltare alle conclusioni e nel fare ipotesi che non si basano su alcuna prova effettiva.
esempio. In una coppia il ragazzo, piuttosto che uscire, decide di restare a casa con la ragazza, la quale non si sente tanto bene. Lei pensa: “So che è arrabbiato con me perchè a causa mia non è potuto uscire con gli amici”.
Ragionamento emotivo.
Lo stile di pensiero del ragionamento emotivo è quello in cui le emozioni sono considerate prove della verità. Burns sostiene che in questa distorsione cognitiva i sentimenti riflettono i pensieri e le convinzioni e le emozioni vissute come risultato non corrispondono al mondo così com’è. Esempi di ragionamento emotivo includono sentirsi senza speranza e concludere che un problema è impossibile da risolvere, o sentirsi arrabbiati e concludere che un’altra persona si sta comportando male.
esempio. In una relazione di coppia uno dei due partner può pensare: “mi sento abbandonata perché non mi ha mandato nemmeno un messaggio in tutta la giornata, sono tanto triste”.
Dott.ssa
Margherita De Cristofaro
BIBLIOGRAFIA.
Beck, A.T. (1963) Thinking and Depression: Idiosyncratic Content and Cognitive Distortions. Archives of General Psychiatry, 9, 324-333.
Beck, A. T., Rush, A., Shaw, B., & Emery, G. (1979). Cognitive Therapy of Depression. New York: The Guilford Press.
Burns, D.D. (1980) The Perfectionist’s Script for Self-defeat. Psychology Today, 34-51.
Beck, A.T., Freeman, A. (1990). Cognitive Therapy of Personality Disorders. The Guilford Press, New York.