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the Evil Scale: Malvagi si nasce o si diventa?

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the Evil Scale: Malvagi si nasce o si diventa?

Comprendere la natura della malvagità rappresenta un progetto assai complicato per una serie di ragioni. Generalmente quando si viene a conoscenza di crimini efferati o di omicidi seriale, si pensa al reo come una persona affetta da un disturbo mentale: uno “psicopatico”. Parecchi autori hanno cercato di studiare il concetto di male dalle sue origini e come, costrutti come Narcisismo, Machiavellismo e Psicopatia (componenti della cosiddetta “Triade Oscura”) si intrecciano nell’essenza della cattiveria umana. Questi costrutti risultano essere anche alla base delle varie teorie sull’origine del comportamento dei serial killer.

Difatti il comportamento è il risultato della combinazione tra elementi individuali, relazionali e socio-ambientali, i quali vanno ad assumere importanza differente a seconda della tipologia di assassino seriale. Vi sono dunque diversi fattori che hanno un peso variabile da individuo a individuo.

 

 

Tra gli esperti che si sono dedicati alla principale analisi del “male”, colui che assume un ruolo fondamentale è il dr. Michael H. Stone. Il Dottor Stone, ha ideato 22 livelli di malvagità in cui colloca i più famosi delitti degli ultimi decenni. Ogni livello è caratterizzato da un tasso di malvagità particolare da cui derivano i comportamenti criminosi e le condotte devianti. 

La scala in questioni si basa su una serie di rilievi: la presenza e la tipologia di traumi vissuti in età infantile, lo studio dei rapporti con la famiglia d’origine, l’analisi del contesto socio-ambientale, la preferenza per questo o quel tipo di vittima, la motivazione ad uccidere, la modalità d’azione utilizzata negli omicidi, il tipo di arma usato, la presenza o meno di tortura delle vittime, l’eventualità del deprezzamento dei corpi delle persone uccise, la messa in atto di necrofagia o di necrofilia, la presenza di una psicopatia nell’autore degli omicidi; etc.

Attraverso uno sguardo al contesto italiano si è cercato di collocare all’interno della scala del male del dottor Stone, tre dei più importanti casi di cronaca nera che hanno sconvolto l’Italia intera, analizzandoli in ordine di posizione occupata all’interno della Scala del male.

Il caso di Cogne, un infanticidio perpetrato da una madre che fino all’ultimo si dichiara innocente. La Manzoni anche se non ha mai confessato potrebbe aver ucciso il figlio in preda ad una agitazione e rabbia incontrollata. Secondo alcuni esperti, come il prof. Fornatari, al momento del delitto, la donna avrebbe presentato una condizione morbosa di tipo psichico denominata ‘nevrosi isterica’. Questa patologia produce, come effetti, uno stato di persistente agitazione, nervosismo, facile irritabilità, reazioni abnormi e sproporzionate (talvolta estreme) nei confronti di stimoli costanti e continui, anche di scarso spessore ed intensità.

 

Sulla scala del Male di Michael Stone, Anna Maria Franzoni potrebbe essere collocata al livello 6 ove il dottor Michael Stone colloca assassini impulsivi che si lasciano trasportare da un attacco di rabbia puntuale incontrollata.

Proseguendo la nostra scalata troviamo La serie di omicidi dell’infermiera Sonya Caleffi, denominata “l’angelo della morte di Lecco” che per il suo ego smisurato e la mania di protagonismo ha giocato con la vita dei suoi pazienti. Sono emersi in totale 18 casi di morte ma gliene sono stati imputati solo 5. Dal punto di vista criminologico la donna utilizza un modus operandi in linea con le ricerche che vedono le donne agire in modo più indiretto sulla vittima, con minore contatto fisico. Sonya Caleffi non aveva intenzione di uccidere nessuno, almeno non consapevolmente. Ha spiegato che la sua intenzione era quella di peggiorare le condizioni dei pazienti per provocare un’emergenza e salvarli.

 

Sulla scala del Male di Michael Stone, Sonya Caleffi potrebbe essere collocata al livello 7 considerando il suo modus operandi, il movente e il suo stato emotivo. Sonya Caleffi uccideva perché era fortemente narcisista e cercava un modo per attirare su di sé l’attenzione.

 

infine, Il caso del Mostro di Firenze, su cui ancora oggi rimane per alcuni un caso irrisolto avvolto nell’ombra di un mistero, che ha visto necessario l’intervento (per la prima volta in Italia) di alcuni agenti dell’FBI per la costruzione dell’identikit del criminal profiling del presunto reo. Tutti i duplici omicidi erano connessi dal medesimo modus operandi: le vittime erano appartate e venivano uccise in notti di novilunio nei fine settimana o nei giorni prefestivi. I delitti furono commessi con l’uso di armi bianche, ma in due casi fu usata una Beretta.
dunque Per quanto riguarda il modus operandi del mostro di Firenze, il numero di vittime (16 in totale) e l’atrocità con cui venivano torturati i corpi delle vittime, il reo in questione si colloca al vertice della scala del male di Michael Stone, ovvero al livello 22.
L’ultimo livello della scala individuata da Michael Stone raggruppa appunto gli assassini torturatori psicopatici, capaci di infliggere torture prolungate e diaboliche. La maggior parte in questa categoria sono serial killer maschi. Il caso più emblematico oggetto di numerosi studi ed analisi è quello di Jeffrey Dahmer.

Conclusioni.

Alla luce di tutto potremmo certamente essere d’accordo o meno con questa scala, possiamo ritenere utile oppure vederla come un semplice tentativo di classificazione della malvagità senza uno scopo clinico. Tuttavia, ciò che emerge dalla scala della malvagità è che possiamo comprendere diversamente la mente criminale e che, oggi, potremmo avere gli strumenti per riconoscerla.
L’analisi dei casi di serial killer in ha stabilito una migliore comprensione delle teorie biologiche, sociologiche e psicologiche legati all’omicidio seriale. Sebbene l’argomento sia affascinante per la maggior parte delle persone, è molto difficile da studiare a causa delle caratteristiche e dei tratti unici che ogni serial killer possiede. Molto probabilmente i ricercatori non saranno mai in grado di prevedere omicidi seriali, ma continuare la ricerca sull’argomento consente una migliore comprensione.

Dott.ssa

Margherita De Cristofaro

Bibliografia

Stone, Michael (2009) The Anatomy of Evil. New York: Prometheus Books

Zimbardo, Philip G. L’effetto Lucifero: cattivi si diventa? R. Cortina, 2008.

Ponti, Gianluigi, and Isabella Merzagora Betsos. Compendio di criminologia. Cortina Raffaello, 2008.

Steffenoni, Luca. I 50 delitti che hanno cambiato l’Italia. Newton Compton Editori, 2016.

Dott.ssa Margherita De Cristofaro

Margherita De Cristofaro, psicologa e criminologa iscritta all'Albo degli Psicologi del Lazio n. 28863. Esperta in Criminologia Clinica, Psicologia Giuridica, Psicodiagnostica e Psicologia Militare. La sua dedizione si estende a un ampio ventaglio di servizi, tra cui consulenza e sostegno psicologico, orientamento scolastico, psicodiagnosi, supporto alla genitorialità e Consulenze Tecniche di Parte (CTP). Con particolare attenzione al contesto delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate, la dott.ssa De Cristofaro offre un supporto psicologico mirato a favorire il benessere emotivo. Inoltre, fornisce servizi specifici di preparazione psicoattitudinale e colloqui mirati per i concorsi in ambito militare e di polizia, con l'obiettivo di massimizzare il successo e la performance dei candidati.

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